Fama by Kehlmann Daniel

Fama by Kehlmann Daniel

autore:Kehlmann, Daniel [Kehlmann, Daniel]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


RISPOSTA ALLA BADESSA

Miguel Auristos Blancos, lo scrittore osannato da metà del pianeta e moderatamente disprezzato dall’altra, autore di libri sulla serenità, la grazia naturale e la ricerca del senso della vita, vagando per vallate erbose entrò con passo misurato nello studio del suo attico sul grattacielo che dava sulla scintillante costa della città di Rio de Janeiro. Sul mare gravava una luminosità abbagliante, al di là del golfo si stagliavano le colline delle favelas ora ben delineate, ora sfumate e umbratili a seconda dell’incidenza della luce. Miguel Auristos Blancos si schermò gli occhi con la mano per guardare meglio la scrivania: due penne d’oro, diciassette matite ben appuntite, una tastiera piatta davanti a uno schermo piatto, nel raccoglitore la bozza tirata a lucido del nuovo manoscritto Chiedi al cosmo, ti parlerà. Mancava solo un capitolo, dopo che nelle ultime settimane aveva scritto tutto con la facilità di sempre; questa volta il testo spiegava che fede e fiducia nascono dai gesti e dai rituali che le esprimono e non viceversa, come era opinione comune: chi era fedele a una persona cominciava ad amarla, chi aiutava un amico diventava una persona migliore, a chi si imponeva di partecipare a un rito sacro la cerimonia cessava di sembrare una vuota liturgia, e a poco a poco rivelava l’esistenza e la vicinanza di un essere superiore che veglia su di noi.

Miguel Auristos Blancos non le inventava queste cose, gli venivano spontanee, sembravano aprirsi la strada nei suoi manoscritti senza che lui facesse nulla, mentre se ne stava seduto a osservare con misurata curiosità come, scorrendo sulla tastiera, le sue dita facessero spuntare una riga dopo l’altra sul bianco scintillante dello schermo, e quando alla fine della sua giornata di lavoro si alzava e, proprio come adesso, strizzava gli occhi per guardare il tramonto, non era meno edificato e illuminato di quanto sarebbe stato ciascuno dei suoi circa sette milioni di lettori.

Sospirò. Con un rapido gesto della mano sinistra, sul cui dito medio brillava uno zaffiro affusolato, si accarezzò prima i baffi, poi i capelli che si andavano diradando. Come ogni volta che usciva dalla toilette, si sentiva sollevato e al contempo avvolto da una vaga malinconia. Ormai passava molto tempo al gabinetto; solo poco tempo prima il dottore gli aveva detto che senza un’operazione alla prostata non avrebbe potuto andare avanti per molto. Miguel Auristos Blancos reclinò la testa, si umettò le labbra e si sentì, ancora una volta, sospirare a bassa voce. Indossava scarpe di pelle marrone lucida fatte su misura, ampi pantaloni di lino e una camicia di seta bianca, aperta fino al terzo bottone. I peli grigiastri che gli ricoprivano il petto si erano fatti più radi, ma nonostante i suoi sessantaquattro anni aveva un fisico asciutto, la pancia tirata, come la si vede soltanto nelle persone che hanno un personal trainer privato: ogni giorno trotterellava, sorvegliato da Gustavo Monti, l’ex campione olimpionico, su un tapis roulant rombante, a proposito del quale una volta aveva scritto un libriccino che parlava dell’affermazione



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